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Ad onta di una fama europea senza smagliature, che ne faceva unanimemente il più vivace talento filologico della sua epoca, Gabriele Faerno da Cremona (1510-1561) sembrava aver lasciato magre tracce, e postume, del proprio lavoro critico-testuale sui testi classici latini. A partire dall'edizione delle lettere di Faerno a Piero Vettori (1553-1561), questo studio illustra i principi e la prassi dell'ars critica del filologo di Cremona, ne ricostruisce la carriera professionale, spesa nell'orbita di Marcello Cervini e nelle sale della Biblioteca Vaticana, e ne indaga gli ambiti di interesse, che vanno dalla critica del testo dei classici – da Plauto a Rutilio Namaziano – alla filologia biblica e patristica, fino a riportare in luce i complessi rapporti col mondo editoriale romano e fiorentino, che spiegano i molteplici, ma spesso vani, tentativi di stampa della propria produzione erudita. Un recupero che, al di là del caso concreto di Gabriele Faerno, porta nuova luce sulla storia della filologia e della res publica litteraria negli anni Cinquanta del XVI secolo.
Gabriele Faerno filologo gourmand - Con un'appendice delle sue lettere a Piero Vettori, nove suoi nuovi postillati e un inedito a stampa est également présent dans les rayons