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Un saggio vestito da romanzo - così nella prefazione Giuliano Bertoni, nipote dell'autrice - con piena ragione: la vastissima conoscenza del mondo risorgimentale anima i personaggi di questo libro, quasi un diario privato in cui gli avvenimenti quotidiani della famiglia Arconati raccontano e sostanziano le vicende storiche. Gli Arconati, infatti, e Costanza Trotti Bentivoglio in particolare, hanno seguito da vicino e registrato in fittissimi carteggi il periodo che va dai moti del 1821 all'unità d'Italia: la rete dei legami familiari, i viaggi per l'Europa, i fermenti di rinnovamento politico, le valutazioni e i giudizi sui contemporanei sono trattati con la familiarità che solo uno studio prolungato e approfondito possono restituire con simile freschezza. Dina Bertoni ricostruisce una avvincente biografia della protagonista e degli amici di famiglia, dei conoscenti e dei collaboratori, delle idee che questo "crocchio" intellettuale recepisce e rimette in circolazione fra l'Italia e il castello belga di Gaesbeck: Berchet innanzitutto, il devoto amico di una vita; Confalonieri e sua moglie Teresa Casati; Manzoni, Rosmini e Cavour, solo per citare i più noti. Ma questo libro è prezioso perché sa restituire al lettore l'intricata rete di relazioni sentimentali e familiari che animava questa società cosmopolita, riallacciando quei nessi biografici che i libri di storia annullano dietro date e avvenimenti e segue attraverso i personaggi la discussione delle idee - risorgimentali e non solo -, che passavano dalle università ai salotti privati, alla stampa, alla diretta attività politica.