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« Chi pensa che l'uomo è fondamentalmente malvagio e incapace di miglioramento, che il diritto del più forte è l'unica legge del mondo e che i campioni più eletti del genere umano sono i guerrieri, può onestamente rifiutarsi di meditare su questo Disegno. Ma per tutti gli altri, qualunque sia il loro credo politico e la loro religione, la fede nella civiltà dell'uomo e nella sua perfettibilità deve portarli a prendere sul serio questo problema; esso è uno dei due temi su cui veramente vale la pena di meditare: il tema della pace e quello della morte; i quali poi, a ben vedere, sono in realtà un problema solo ». Così scriveva Piero Calamandrei, ben consapevole dello sguardo disincantato che da sempre gli esperti della politica riservano a simili tentativi. Eppure da allora a oggi i problemi che reclamano una soluzione sovra-statuale non hanno fatto che aumentare per numero e dimensioni: dalla pace internazionale ai flussi finanziari, dalla dislocazione del lavoro alla questione ecologica, è ormai chiaro che il mondo non potrà rinunciare ancora per molto a un'integrazione giuridica e politica del tipo di quella ideata, all'indomani della seconda guerra mondiale, da Giuseppe Antonio Borgese e dai firmatari del gruppo di Chicago.