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"Mio fratello è la ragione per cui sono qui. La ragione per cui la mia vita non è stata un completo fallimento. Se c'è anche la più piccola possibilità che gli sia successo qualcosa di terribile, è mio dovere scoprire la verità." Roma, 1854. Dopo la caduta della repubblica romana, la Gendarmeria pontificia è più che mai impegnata nella caccia ai liberali. È in questo clima che una mattina di dicembre viene ritrovato un cadavere sulla riva del Tevere, disteso nel fango. Potrebbe essere un banale caso di annegamento dovuto a una caduta accidentale nel fiume, ma il capitano della Gendarmeria Giordano Bruno Venettacci, intervenuto sul posto insieme al brigadiere Scaccia, non è disposto a chiudere il caso così in fretta. Quella morte, infatti, ricorda a Venettacci quella del fratello Italo, avvenuta esattamente un anno prima. Anche Italo era stato trovato una mattina sulle rive del Tevere, morto. E anche il suo caso era stato chiuso come "incidente". E se invece dietro queste morti si celasse un'unica mano? Per Venettacci e Scaccia inizia un'indagine non autorizzata per scoprire cosa abbia causato la morte di Italo e dello sconosciuto. I gendarmi Venettacci e Scaccia tornano in libreria dopo l'esordio avvenuto con In morte di Anita Garibaldi.