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« Una delle prime gioie della vita a Campiglia è stata ritrovare le lucciole, un ricordo d'infanzia per me. Questo paese è uno dei pochi posti dove ancora le loro luci intermittenti animano misteriosamente le notti intorno al solstizio di giugno. Le loro danze notturne sembrano voler comunicare qualcosa, in una lingua indecifrabile e misteriosa ». Questa antologia di racconti è un elogio appassionato della Val d'Orcia dove Silvia Rizzo aveva deciso di trasferirsi da Roma acquistando nei dintorni di Campiglia - nella località dall'eloquente nome di Case sparse - una rustica dimora nella quale sarebbe rimasta fino al termine dei suoi giorni. Raccogliere storie era il modo che aveva scelto per rendere omaggio al luogo nel quale si sentiva davvero a casa. E per raccontare il suo profondo legame con la natura, la passione per gli animali e l'intensa relazione con gli abitanti del posto, fatta di scambi quotidiani e difesa del paesaggio.