STORIA DELLA RCA. LA GRANDE PENTOLA, di Ennio Melis, a cura di Anna Maria Angiolini Melis e Elisa De Bartolo, con una nota di Franco Migliacci. L'uomo che l'ha diretta per quasi trent'anni racconta la propria storia e quella della più grande industria discografica del dopoguerra: la RCA Italiana, fucina di talenti e canzoni, casa della musica leggera e d'autore, la cui crescita impetuosa coincise con la crescita e le mille trasformazioni del paese.
I più grandi nomi della canzone italiana passarono dalla storica Palazzina Studi al Km 12 della via Tiburtina a Roma, che fu il centro gravitazionale di una grande avventura culturale, musicale, industriale e umana. l'incipit "Nel posto più improbabile [un pascolo al Km 12 della via Tiburtina] e nel modo più imprevedibile, nasce negli anni Cinquanta a Roma un piccolo agglomerato di macchine e persone che diverrà in poco tempo un grande contenitore nel quale si mescoleranno industria, musica, cinema e cultura, dal quale usciranno artisti di grande successo e dischi che hanno segnato un'epoca, non solo nel mondo della canzone.
In questa Grande Pentola brulicano le forme di vita più disparate, si creano piccole, grandi fortune, si avvicendano gioie, amori, lotte e disperazione. Il sottoscritto, uno dei fautori e testimone di questa complessa avventura, la racconta nella maniera più vera".la storiaMiracoli come quelli della RCA Italiana meritano di essere ricordati, perché parte viva della nostra storia industriale e culturale.
Nell'Italia postbellica, una multinazionale americana dell'elettronica e il Vaticano decidono di contribuire alla rinascita di Roma con uno stabilimento per la produzione di dischi. Fu incaricato di occuparsene un ragazzo fiorentino, emigrato a Roma in cerca di fortuna su una jeep degli alleati, che aveva imparato tutto da autodidatta, anche l'inglese. Quel ragazzo era Ennio Melis, e fu l'artefice del miracolo, insieme a un manipolo di grandi professionisti.
Melis ha lasciato alla famiglia appunti e ricordi su quell'eroica epopea. A dieci anni dalla scomparsa, sua moglie Anna Maria Angiolini, con la collaborazione di Elisa De Bartolo, ha deciso di riunirli e pubblicarli, come Ennio avrebbe voluto, per onorare l'impresa che ha inciso la colonna sonora del secondo Novecento italiano e l'uomo geniale che n'ebbe il timone per quasi trent'anni. Ennio Melis nasce a Firenze da una famiglia modesta.
Durante la seconda guerra mondiale, col padre al fronte, sostiene la madre e la sorella lavorando prima come garzone, poi come guardiano della Gioventù Italiana Fascista, che dispone di una biblioteca. E' qui che si forma, da autodidatta, anche alla conoscenza delle lingue, e al ritorno del padre decide di prepararsi alla maturità classica. Ma nell'ottobre 1945 si presenta in biblioteca un ufficiale inglese: agli alleati serve un interprete nel viaggio verso Roma.
La paga è buona, Ennio senza indugio coglie l'occasione e parte, a bordo di un mezzo militare, per l'avventura della vita. Da grande vuol fare lo scrittore e, mentre si arrabatta per campare nella capitale, sforna novelle e commedie che propone ai giornali, alla radio. La fortuna e il coraggio, però, lo avevano destinato a un'impresa molto più grande, che qui racconta in prima persona, con orgoglio e commozione.
Una storia che ha del romanzo, ma è pura e semplice verità. Ennio Melis ci ha lasciati nel 2005.