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"Queste storie raccontano un'Isola orgogliosa. Emergono donne e uomini capaci, piccole e medie aziende all'avanguardia nelle nuove tecnologie dell'informazione, nella ricerca scientifica, nella green economy, occupando posti di rilievo nella scena locale e internazionale. Sardi affermati in Europa e in Asia. Quo vadis Sardegna? Un orizzonte tracciato non c'è. Si vive di tamponi quotidiani o di vertici a Roma. E in una realtà così triste vanno di moda i funambolismi ideologici. Crollate le illusioni, in questi ultimi anni l'Isola non si è concessa un solo sorriso. Su cento euro che incassiamo ne rispediamo oltre Tirreno 82. Siamo eterodiretti a scuola e al supermercato. L'incanto delle nostre spiagge crea petrodollari negli Emirati Arabi. L'Europa ci dà soldi ma non li sappiamo spendere. Perché tanta incapacità? La Sardegna delle private virtù non riesce a far sistema. La forza dei singoli si scontra con la debolezza collettiva. Manca un tessitore moderno capace di portare a sintesi il saper fare sardo. Ma va trovato. Semmai invocando il rientro dei tanti sardi capaci sparsi nel mondo. Un controesodo di intelligenze e competenze. Più di ieri lo scettro va dato a chi lo merita."