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Grottesco e pungente, cortigiano e selvaggio, il genio di Saki - pseudonimo dello scrittore britannico Hector Hugh Munro - ha attraversato come uno spettro il Novecento letterario europeo. Nato in un villaggio di pescatori in Birmania durante il colonialismo vittoriano e cresciuto nelle contraddizioni dell'Inghilterra edoardiana, i suoi racconti sono brevi e mordaci ritratti di un'epoca, quella moderna, che ha i contorni della fiaba orientale, chimerica e sospesa, e l'incalzare notturno di un incubo in cui realtà storiche e fantasie si confondono continuamente. Creature ripugnanti o angeliche abitano queste pagine: licantropi che adescano bambini nei boschi, gatti e folletti dai poteri portentosi, spettri di nobili defunti che perseguitano dall'aldilà i loro debitori, consiglieri demonici che instaurano un Parlamento Infernale, e re che vessano i poveri, poveri che detronizzano i principi, principi di regni votati alla perversione che diventano santi. Poco importa se i fatti narrati si svolgano in un Medioevo fantastico, sotto l'Impero di Augusto o nell'anticamera della Prima guerra mondiale, se i personaggi si muovano in una scena di caccia nelle gelide campagne russe o sorseggino champagne a un garden party di aristocratici londinesi: le loro storie sembrano ordite dallo stesso inesorabile destino. Un Fato che agisce all'insegna della vendetta pirotecnica e della pantomima, del travestimento burlesco e dell'inganno, portando alla luce tutte le brutture, tutti i sogni e le meravigliose debolezze del genere umano. Nei Racconti di Saki - inediti in Italia e ora proposti dal Saggiatore nella loro forma completa, con una prefazione di Graham Greene - riecheggiano le vanità opulente di Wilde, le tempeste di neve di Turner, l'efferatezza panica di Kipling, i grigiori infantili di Dickens, i motti arguti della commedia plautina e quelli sapienziali delle Sacre Scritture, in un vertiginoso e mai scontato rincorrersi di allusioni, echi e parodistiche citazioni. Un vortice inarrestabile all'interno del quale si muovono - con grazia superba e spirito affilato - personaggi assoluti come Reginald e Clovis, destinati a entrare per sempre nell'Olimpo degli antieroi.