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Padroni siamo noi della nostra vita, o padroni sono le figure (partner, datori di lavoro, familiari) che nella nostra vita entrano e a cui permettiamo di avere un'influenza così grande da determinarla?Perché si finisce in azienda, e perché (più in generale) entriamo in relazioni di dipendenza? Qual è il nostro copione di vita, la decisione che da piccoli ad un certo punto abbiamo preso su come la nostra vita sarebbe andata? E come questa decisione ci ha portato dove siamo adesso, ad essere dipendenti da un'azienda, da un partner o da una madre?Per stare bene sul lavoro e nella vita c'è bisogno di una madre che accoglie, e di un padre che dà al figlio il permesso di andare. E se l'azienda è madre onnipresente, con tutti i meccanismi patologici che si instaurano nella dipendenza, allora per tutti quelli che lavorano in azienda o che vivono relazioni di dipendenza, ci sarà bisogno di un padre: il padre necessario che dà al figlio il permesso interiore di sentire i suoi desideri, la sua creatività, oltre il processo, così caratterizzante il mondo delle aziende, che imbriglia e che costituisce l'essenza prima di una disumanizzazione che è di ostacolo allo slancio vitale che scorre in ognuno di noi.