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Cosa collega la preistorica Venere di Willendorf alla Madonna del parto di Piero della Francesca? E qual è la relazione tra 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick e il dipinto Le due madri di Segantini, ambientato in una stalla? E il sottile eppur prepotente legame tra la ferita della Vasca da bagno di Joseph Beuys e il cordone ombelicale ancora intatto della neonata di Oliviero Toscani? Un filo rosso attraversa le immagini di questo libro: la centralità del tema della nascita, che si snoda avanti e indietro tra secoli e paesi, celebrando il potere taumaturgico della generatività. Perché se 'mettere al mondo' definisce la venuta di un bambino su questa terra, 'mettere al mondo il mondo', frase coniata dall'artista Alighiero Boetti e qui ripresa come titolo, sottolinea come ogni nascita sia una possibilità data al mondo di reinventarsi un futuro migliore. Dopo l'esperienza della pandemia è il momento di pensare a una rinascita, al desiderio di ricominciare e di ricostruire. Gli artisti e le artiste, per i quali ogni opera è sempre, in qualche modo, un parto, hanno affrontato questo tema con declinazioni diverse: dall'abbraccio delle madri a quello della natura, dalla maternità come punto critico del riconoscimento dei diritti di cittadinanza al dolore di un'adozione impossibile, passando attraverso l'evocazione di legami familiari, la sfida alla disabilità di un corpo o lo stupore di un neonato tenuto stretto. Labirinti di pensieri e idee che l'autrice rilegge per noi intrecciandoli in una nuova storia, con la preziosa consapevolezza che « un bambino è nato fra noi » e che, finché questo accadrà, la speranza abiterà la terra.