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Uno dei più autorevoli filosofi tedeschi contemporanei ricostruisce come un archeologo il senso complessivo dell'idealismo analizzandone i testi fondatori e il contesto culturale in cui si sono formati. Ma questa ricostruzione, pur minuziosa, non ha carattere filologico. L'idealismo mostra qui la sua attualità non esaurita, e riformula la questione dell'assoluto nel tempo della modernità, ossia nel tempo che ha nel soggetto un proprio motivo centrale. È proprio il nesso tra il soggetto e l'assoluto, la coappartenenza di finitezza e pensiero di Dio a caratterizzare la questione della metafisica così come essa si pone nella modernità. Il volume presenta quattro testi fondamentali di Henrich, dei quali uno (Autocoscienza e pensiero di Dio) del tutto inedito, e due per la prima volta tradotti in italiano: L'io di Fichte e Che cos'è metafisica - che cos'è modernità. Dodici tesi contro Jürgen Habermas. Esso si arricchisce inoltre del dibattito svoltosi intorno a questi saggi, un dibattito guidato dallo stesso Henrich, che viene così a commentare, fornendo ulteriori sviluppi, i propri testi. In un ampio capitolo introduttivo l'autore traccia la propria biografia intellettuale fornendo nuove chiavi di lettura della propria opera. Precede il volume un saggio di Ugo Perone, direttore della Scuola di Alta Formazione Filosofica ove Henrich ha tenuto le lezioni che stanno alla base del libro.