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Perché un fumetto su un tema così delicato come l'autismo? Perché è un modo immediato ed efficace di far conoscere questa sindrome, soprattutto tra i più giovani, senza rendere noioso o pesante l'argomento, ma nello stesso tempo rispettando questa condizione di vita. Eppoi perché, oltre ad essere un fumettista, l'autore è padre di un figlio autistico. Ci sono molteplici forme di autismo (Disturbi dello spettro autistico) più gravi e meno gravi. Su ciascuna incombe lo "Spettro autistico"... L'associazione col termine medico è stata immediata, e così è nato questo personaggio mostruoso, che dapprima fa paura, terrorizza il piccolo Matteo, lo limita nelle sue attività, nelle sue scelte con delle campane limitatrici; poi però pian piano Matteo prende coraggio e reagisce: tutte le volte che lo fa lo "Spettro" si riduce, perde forza, e infine diventa un ragazzino anche lui. La forza di Matteo è l'aiuto dei suoi genitori che lo spronano, lo incoraggiano a vincere gli ostacoli accrescendo la sua fiducia e stimolando la sua intelligenza. Il messaggio finale è che un ragazzo autistico possiede tante potenzialità e qualità nascoste; sta ai genitori, opportunamente supportati dagli specialisti nel settore, scoprirle e tirarle fuori. Ma, soprattutto, ciò che più aiuta in tutto questo è la forza dell'amore, che genera concrete speranze.