Giovanni Verga, nato a Catania nel 1840, è il massimo esponente del Verismo, uno dei maggiori scrittori nella storia della letteratura italiana, letto e studiato a scuola. La sua prima formazione romantico-risorgimentale si svolse a Catania, dove, abbandonando gli studi giuridici, decise di dedicarsi esclusivamente alla letteratura. Trasferitosi a Firenze nel 1865 compose i suoi primi romanzi "Una peccatrice" e "Storia di una Capinera".
Successivamente a Milano frequentò l'ambiente degli Scapigliati e in seguito alla scoperta del naturalismo francese maturò la sua svolta decisiva verso il Verismo che sarà segnato dai racconti e dai romanzi di ambiente siciliano come "Vita dei campi", 1880; "I Malavoglia", 1881; "Novelle rusticane", 1883; "Mastro don Gesualdo", 1889. Lo scrittore credette nel progresso ma si interessò ai vinti e ai deboli, con una visione della vita tragicamente pessimistica, in antitesi con l'ottimismo imperante nei suoi tempi.
Morì a Catania nel 1922.
Di Giovanni Verga Interlinea pubblica l'Edizione nazionale delle opere in collaborazione con la Fondazione Verga di Catania (www.fondazioneverga.it)
Carla Riccardi è professore ordinario di Letteratura italiana presso l'Università di Pavia. Ha insegnato in varie università europee ed extraeuropee nell'ambito del progetto Socrates o come professore ospite. Si occupa di letteratura dell'Ottocento e del primo Novecento.
Ha pubblicato le edizioni critiche di "Vita dei campi" e del "Mastro don Gesualdo" di Verga (nell'Edizione Nazionale), della "Colonna Infame" (Edizione nazionale ed Europea) e degli "Scritti letterari" (nei "Classici Mondadori") di Manzoni, il commento alla "Lettre à monsieur Chauvet" presso l'editore Salerno; saggi preparatori dell'edizione critica (per l'Edizione Nazionale delle Opere) del "Notturno" di D'Annunzio sono raccolti in "La parola notturna: fonti e autografi del "Notturno"" (presso l'editore Manni).
Ha pubblicato numerosi saggi sia filologici, sia critici su opere narrative dell'Ottocento e del Novecento, riproponendone spesso anche testi meno frequentati ("Racconti italiani dell'Ottocento", "La Scapigliatura e il sei febbraio", "Goccie d'inchiostro").