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« Il cammino proposto da Attisani conduce a mete inattese, che non configurano risposte teoriche, ma invitano e costringono a una trasformazione della postura consueta con la quale ci si confronta con un testo di "storia del teatro" (o con qualsiasi altro testo in senso lato). Da una parte, infatti, viene presentata una rilettura del "fare francescano" nella sua dimensione originariamente teatrale, liberandolo dal canone agiografico e restituendo il senso della sua "santità" a una pratica di poesia organica e di disciplina performativa; dall'altra parte, vengono evocate e descritte aperture attuative che, dall'interno della più alta tradizione teatrale novecentesca, segnano la via di una eredità possibile, gravitando attorno a una interpretazione tutta particolare del francescano "matrimonio con madonna Povertà". Questi due aspetti non esauriscono la vastità dei materiali presentati da Attisani ma ne indicano, a mio avviso, il fuoco e la prospettiva ». (Florinda Cambria)