« Non t'arrabbiare con me, donna, se scalcio nel sonno. potrei sognare cose che ti farebbero piangere il cuore. » È un lamento, ma risuona come una... > Lire la suite
« Non t'arrabbiare con me, donna, se scalcio nel sonno. potrei sognare cose che ti farebbero piangere il cuore. » È un lamento, ma risuona come una maledizione. Il blues di una voce che si contorce cercando tra gli spiriti più oscuri la forza necessaria per urlare, con l'ultimo fi ato rimasto, una condanna. Qualcuno ha cantato questa storia nella notte per renderla immortale, e ora il mondo non può far altro che ascoltare ancora e ancora la frusta cadere, il mondo non può far altro che sanguinare. Quando Seth, giovane e ambizioso musicista, registra accidentalmente lo splendido canto di uno sconosciuto in un parco di Manhattan, non ha idea di aver appena scoperchiato un vaso di Pandora ricolmo di odio, soprusi e ossessione. In fondo, la decisione del suo amico Carter di diffondere in rete quell'audio spacciandolo per un inedito blues del 1920 gli sembra solo una beffa innocente. Ciò che i due non immaginano è che li contatterà un misterioso collezionista convinto che quel blues, il disco perduto di Charlie Shaw, sia esistito davvero, e che la sua scomparsa sia segnata da un destino di morte e dannazione. Per Seth e Carter scoprire la verità diventerà allora un tormento, una missione che li risucchierà dai quartieri cool a periferie dominate da violenza e povertà, fino al Mississippi, alla ricerca di un fantasma senza nome sotto il cui velo si nasconde la rabbia dell'America. Con Lacrime bianche Hari Kunzru si conferma uno dei più sofi sticati costruttori di specchi dell'immaginario contemporaneo. La sua è un'evocazione narrativa che si fa necromanzia; un ipnotico canto hoodoo che trascina le voci dei protagonisti a rincorrersi e confondersi tra epoche e città, fino a perdersi l'una nell'altra. Attraverso una scrittura inquieta, in cui i confini tra i generi sfumano a ogni pagina per ricomporsi in accostamenti inediti e visionari, Kunzru si immerge in un sottomondo infestato da note mai suonate, ambizioni soffocate e, soprattutto, insaziabili desideri di rivalsa. Perché alcuni dischi nascono nell'ombra, come la vendetta; ma quando incontrano infine la puntina, la loro musica è in grado di far piangere lacrime che solo il sangue può asciugare.