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L'attuale fase delle neuroscienze ripropone la domanda di una visione unitaria della mente all'interno della quale poter collocare i molti tasselli di un puzzle che appare sempre più complicato. Quali sono le relazioni tra mente e cervello, e tra mente e mondo fisico? Che tipo di informazione entra in gioco nei processi cognitivi? È possibile una teoria matematica della coscienza? Ognuno dei modelli finora proposti, quelli logico-simbolici dell'intelligenza artificiale, le reti neurali e i sistemi dinamici, cattura solo una piccola parte del problema. Questa irriducibilità è ben nota a chi si occupa di processi emergenti nei sistemi complessi, in cui le relazioni tra sistema e ambiente si modificano continuamente e producono nuove regole e comportamenti. Una teoria generale dei processi cognitivi deve essere dunque intesa come una scala di complessità in grado di abbracciare sia il computer sia gli aspetti biologici della cognizione all'interno di una visione unitaria che colga l'aspetto essenziale: che la logica della mente è aperta, non si limita a elaborare risposte a problemi predefiniti ma progetta di continuo nuovi "giochi".