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Il 7 aprile 1926, sui gradini del Campidoglio a Roma, Violet Gibson, figlia di Edward Gibson, Lord cancelliere d'Irlanda, solleva il suo vecchio revolver e spara a Benito Mussolini che sta uscendo dopo aver inaugurato un congresso di chirurgia. Il proiettile manca di poco la testa del dittatore e lo ferisce di striscio al naso. Se il colpo fosse andato a segno, il corso della storia sarebbe cambiato per mano di una donna. Perché la figlia di un lord anglo-irlandese, che frequentava la famiglia reale, maturò una decisione così drastica? Le testimonianze dell'epoca riferiscono di una donna infelice e mentalmente disturbata nonostante una vita all'apparenza scintillante. Amava l'Italia e quando il fascismo catapultò il paese in un "buco nero", sentì che doveva agire. Fu assolta dal Tribunale speciale per infermità mentale ed espulsa dall'Italia. Pagò il suo gesto per il resto della vita confinata in un manicomio, come altre donne difficili del suo ceto sociale. Il libro di Frances Stonor Saunders rende giustizia a questa donna gentile caduta nell'oblio, restituendo dignità e valore al suo scopo.