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Appassionante e lucido commento di un unico aforisma, quello in cui Nietzsche fa annunciare all'uomo folle « l'enorme avvenimento » costituito dalla morte di Dio, a quasi cinquant'anni dalla sua prima pubblicazione la monografia di Cristoph Türcke non ha perso nulla del suo smalto e della sua rilevanza, offrendo ai lettori un'interpretazione persuasiva e originale di Nietzsche. Se in Al di là del bene e del male Nietzsche considerava ogni grande filosofia come « l'autoconfessione del suo autore », per Türcke l'aforisma di La gaia scienza « L'uomo folle » costituisce un'autoconfessione in misura anche più grande di quanto Nietzsche abbia mai potuto immaginare. Ai suoi occhi, tra le schegge aforistiche, « L'uomo folle » è la scheggia che si rapporta all'opera complessiva come il microcosmo al macrocosmo: quella che mostra come in un bagliore quell'intero che sarebbe « pena d'amor perduto » tentaredi ricostruire filologicamente. In esplicita polemica con le diffuse interpretazioni proposte da Heidegger, Deleuze, Derrida, Habermas, Vattimo, Türcke, ricostruendo lo sviluppo del pensiero nietzschiano, rivela l'inconsistenza dei « fragili bastioni » - i filosofemi della volontà di potenza, dell'eterno ritorno, del superuomo - con cui Nietzsche ha tentato di fronteggiare il crollo costituito dalla consapevolezza della morte di Dio in un universo che, a partire da Copernico, ha cessato di essere geocentrico e tolemaico. Un libro indispensabile per chi voglia affrontare con sobrietà e rigore le ambiguità e i dilemmi dell'opera di Nietzsche.