Ha fama di playboy esuberante. È appassionato d'arte e archeologia oltre che di automobili e abbigliamento di lusso; ama Diabolik e i videogiochi, cita... > Lire la suite
Ha fama di playboy esuberante. È appassionato d'arte e archeologia oltre che di automobili e abbigliamento di lusso; ama Diabolik e i videogiochi, cita la Bibbia e Daniel Pennac. È un assassino spietato: « Con le persone che ho ucciso » dice « potrei riempirci un cimitero ». Pupillo di Totò Riina, da Castelvetrano, in provincia di Trapani, ha costruito il proprio impero arrivando ai vertici della mafia. Si è arricchito con le estorsioni, la droga, gli appalti, ma anche con gli impianti eolici, la sanità, i supermercati, i villaggi turistici. Introvabile dal 1993, Forbes lo ritiene il terzo latitante più pericoloso al mondo. È Matteo Messina Denaro, il più importante capo di Cosa Nostra ancora in libertà. L'invisibile non è solo la biografia più accurata dell'ultimo dei boss: inchiesta, testimonianza, invettiva, è anche il ritratto di una Sicilia in perenne equilibrio fra tragedia e farsa. In questa edizione completamente riscritta, aggiornata con fatti e documenti inediti che illustrano la metamorfosi del potere mafioso, Giacomo Di Girolamo continua a rivolgersi a « Matteo ». Gli dà del tu, e tratteggiando la sua storia criminale - la famiglia, gli amici, le donne; gli affari, i pizzini, gli omicidi e le spacconerie; le insospettabili protezioni di imprenditori, politici e professionisti - compone il mosaico di una Cosa Nostra ormai invisibile quanto il suo capo. Matteo Messina Denaro è il simbolo di una mafia che dopo le stragi del 1992-1993, di cui il boss fu protagonista diretto, ha scelto la strategia dell'inabissamento; una mafia silente che non ha più bisogno di sparare, che non ha smarrito la propria tradizione ma si è come diluita, parzialmente ripulita in un sistema criminale che tutto avvolge nel grigio, nel non detto, nel mistero - e in cui a volte si incontra persino chi esibisce il vessillo dell'antimafia. Con questo grido sofferto e appassionato, Giacomo Di Girolamo irrompe nella struggente bellezza di una terra inerte e addormentata, convinto che solo il coraggio della parola può salvare la « Sicilia irredimibile », e con essa l'Italia, dal suo destino.