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Chi ha mai pensato all'intervista come ad un genere letterario? Chi sa come si conduce una buona intervista? Che attitudine ed atteggiamento bisogna mostrare per lasciarsi intervistare? Sono domande che hanno molteplici risposte. Una di queste ce l'ha rivelata Oriana Fallaci. Lei stessa, giornalista affermata, temeva la presenza invadente del microfono. Lei stessa, diffidente della rielaborazione delle proprie parole da parte di un eventuale interlocutore, preferiva l'intervista autobiografica. Il mio alter-ego mi interroga ed Io rispondo. Perspicace, no? C'è anche chi, per manipolare le risposte dell'intervistato a proprio piacimento, ha inventato un'intervista immaginaria con Pitagora. È il caso di Umberto Eco. La verità è che nemmeno i grandi scrittori sono automaticamente dei bravi registi di quella pièce teatrale che è l'intervista. Tre sono i principi a cui dovrebbero tendere intervistati ed intervistatori: empatia, spontaneità ed improvvisazione. Questo strumento espressivo non è un copione imparato per tempo, né un diario da conservare nel cassetto, è molto di più e, con questo saggio, si scoprirà qual è la sua formula vincente, perché è sempre usato ed anche abusato.