Il tifoso del Milan è abituato a soffrire e non se ne lamenta troppo, perché sa che poi le vittorie diventano più belle. Ha seguito i colori rossoneri... > Lire la suite
Il tifoso del Milan è abituato a soffrire e non se ne lamenta troppo, perché sa che poi le vittorie diventano più belle. Ha seguito i colori rossoneri due volte in B e sette volte sul tetto d'Europa, con la stessa passione. Ha subito la beffa di Istanbul e si è preso la rivincita di Atene. È grato a Silvio Berlusconi, ma è devoto alla memoria di Nereo Rocco. Soprattutto vive con fierezza la tradizione di una squadra che, secondo le riviste specializzate straniere, è stata la migliore di ogni tempo all'epoca di Arrigo Sacchi, ma primeggiava in Europa già negli anni Sessanta e ancora oggi supera per titoli internazionali vinti tutti i più importanti club del continente. Non gli importa molto che la partita Juventus-Inter sia considerata il derby d'Italia, perché preferisce il derby d'Europa: Milan-Real Madrid. Forte di queste certezze, il cuore rossonero batte forte anche nei momenti difficili, perché ha imparato che il Diavolo ha la pelle dura e che la sua vocazione più profonda è quella di stare #incimaalmondo."Guardate alla storia del Milan: una vicenda vertiginosa, con picchi sfavillanti e crolli verticali, che ci ha temprati e abituati a sopportare le disgrazie, nella convinzione che il Diavolo risorge sempre dalle sue ceneri."Antonio Carioti, giornalista del Corriere della Sera, è nato nel 1961 e tifa Milan dal 1968. Ha l'abbonamento a San Siro dalla stagione 1986-87 ed è fiero di aver seguito la sua squadra dal vivo in otto finali di Coppa dei Campioni, perché nessuno juventino può dire altrettanto. Sulla sua passione rossonera ha scritto il libro Con il Diavolo in corpo (Mursia).