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La scienza ha sempre avuto un ruolo decisivo nello sviluppo e nell'orientamento delle diverse culture, ridisegnando un nuovo modo di essere dell'individuo nel mondo, ma ha anche scavato un profondo solco culturale tra l'Occidente e i Paesi musulmani. Analisti, sociologi, storici dell'islam e studiosi di politica internazionale per spiegare quanto sta accadendo tra il mondo musulmano e l'Occidente hanno posto, di volta in volta, al centro della questione il colonialismo, il rapporto Nord-Sud del mondo, la religione, l'economia, le istituzioni dei Paesi islamici, la democrazia o la mancanza di democrazia e così via. Pochi gli accenni al divario scientifico che negli ultimi decenni ha reso più profonda la spaccatura tra i due mondi. Il Mondo chiuso analizza lo scontro in atto tra islam e modernità alla luce dell'incredibile sviluppo scientifico e tecnologico dei nostri giorni e getta nuova luce sulla profonda lacerazione che sta attraversando il mondo islamico. Quella dei rapporti tra le due culture è una storia complessa, dalle mille sfaccettature e dai risvolti spesso indecifrabili, deformata nel tempo da luoghi comuni che hanno falsato la verità storica a favore di una narrazione, spesso, fuorviante. L'Italia, infatti, non è uscita dal Medioevo grazie all'incontro con la cultura araba; la scienza e la filosofia greca non sono giunte in Italia grazie alle traduzioni dall'arabo dei testi greci e l'Umanesimo e il Rinascimento non sono affatto germogliati a seguito dell'incontro della cultura italiana con quella musulmana. Il cosiddetto "Rinascimento arabo" fu una parentesi brevissima annientata dalla repressione che frantumò sul nascere ogni forma di libertà di pensiero, tanto che filosofi come Avempace, Averroè, Avicenna e altri furono assassinati, costretti alla fuga, arrestati o torturati. Diversamente da quanto avvenne in Italia, dove intellettuali come Francesco Petrarca, padre indiscusso dell'Umanesimo (profondamente ostile alla filosofia musulmana), e Giovanni Boccaccio posero le fondamenta del Rinascimento, della cultura europea moderna e della civiltà occidentale. Fu la riscoperta del mondo greco-romano a indicare all'Italia e all'Europa la via della modernizzazione, del libero mercato e della scienza. Diversamente dal mondo islamico, dove l'affermazione della teologia ha dato vita a una società collettivista rinchiudendo l'orizzonte delle coscienze in un "eterno sacro Medioevo" impegnato in un conflitto senza fine contro la modernità. Il saggio dedica ampio spazio alla realtà dei nostri giorni (radicalismo islamico compreso) esaminando per la prima volta numerosi indicatori sociali quali la ricerca, l'istruzione e la diffusione della cultura scientifica, il ruolo della donna, la natalità, ecc. che mostrano come l'irruzione della scienza e della tecnologia nei Paesi musulmani stiano aprendo contraddizioni e lacerazioni che prefigurano un futuro a oggi imprevedibile.