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Scritto da Casanova dopo il suo ritorno a Venezia, e in italiano, questo racconto autobiografico offre già tutte le qualità che renderanno impareggiabili le Memorie. Con tocco felice, vivacità nei particolari e gusto nel commentarli, Casanova racconta qui una sua disavventura d'onore, che poteva costargli la vita, durante il suo soggiorno a Varsavia: per un insulto subìto nel camerino di una ballerina italiana, sfida a duello un nobile polacco, « grande panettiere del re », non senza vari pensamenti prima di decidersi, poiché nell'audacia guerriera non era certo così forte come nella seduzione. L'esito fortunoso dello scontro lascia però uno strascico di dubbi e di chiacchiere. Il racconto si presenta perciò come una cronaca che vuole ristabilire la verità. Come un feroce minuetto, la narrazione si snoda in tempi rapidi e perfettamente studiati - e intanto ci offre indirettamente un autoritratto dell'autore, che qui fa le prime prove decisive con la sua « penna che non ha né vuole aver freno ». Ma queste pagine sono anche un messaggio cifrato all'interno di una società, la crudele Venezia che guardava ora con una certa scettica indifferenza il suo celebrato fuggiasco: e proprio con questo libretto Casanova intendeva riscattare la propria immagine.