Su Carl Schmitt giurista e filosofo "nazista" - per convinzione o per opportunismo - molto si è scritto, ancora negli ultimi anni. Poco, tuttavia, siè... > Lire la suite
Su Carl Schmitt giurista e filosofo "nazista" - per convinzione o per opportunismo - molto si è scritto, ancora negli ultimi anni. Poco, tuttavia, siè fatto per prendere sul serio, come merita nella sua drammaticità, il suotentativo di pensare la novità che il nazismo avrebbe potuto presentareper la teoria del diritto e dello Stato. Non si tratta allora di "giudicare"Schmitt, di condannarlo o di riabilitarlo, di nazificarlo o di denazificarlo. Ilpresente volume intende, diversamente, fornire una ricostruzione analiticaed accurata del modo in cui egli aderì al nazionalsocialismo, del contestoin cui maturò tale decisione, dei compiti che assolse, della collaborazioneche fornì, interrogando i testi schmittiani del periodo 1933-1934 non nelloro semplice coinvolgimento politico con il regime, ma in ciò che hannotentato di pensare, poiché in essi proprio il nazismo è, in un certo senso, "in questione", e non è mai semplicemente un "fatto" cui aderire. La letturadi Schmitt deve allora poterci aiutare a ereditare le domande che, nel confronto con il nazionalsocialismo, egli ha affrontato, e che segnano ancorala nostra contemporaneità giuridica e politica.