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Considerato da molti il più influente, se non il più importante, filosofo del XX secolo, Martin Heidegger ha aperto uno sconfinato orizzonte al pensiero filosofico, sostenendo la necessità di porre nuovamente la domanda sul senso dell'essere, superando le forme in cui l'aveva pensato la tradizione metafisica e tornando ad ascoltarne la nascosta verità. La sua opera principale, Essere e tempo (1927), ha orientato la ricerca filosofica dei decenni successivi, dall'esistenzialismo di Sartre all'ermeneutica di Gadamer, dal post-umanismo di Foucault al decostruzionismo di Derrida, e molti altri autori. Il suo coinvolgimento con il nazismo, breve ma significativo, ha gettato sulla sua immagine un'ombra pesante, dalla quale questo filosofo che amava l'isolamento e la solitudine non riuscì più a liberarsi, e che resta come una ferita aperta nel suo pensiero.