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Massimo teorico in Italia dell'idealismo, da lui rielaborato come « attualismo » - dottrina in base alla quale ha valore solo il pensiero universale ed assolutamente immanente, mediante il quale viene posta ogni realtà "oggettiva", di per sé astratta e priva di sussistenza -, Giovanni Gentile è stato a lungo giudicato più per la sua convinta adesione al fascismo (che gli costò la vita) che per la sua opera. Oggi il suo pensiero deve essere riletto in un'ottica più vasta, nell'ambito della tradizione filosofica "continentale" del Novecento europeo, alla quale si riconnette - al di là di lessico e competenze specifiche - per alcuni fondamentali temi teorici. Gentile è generalmente noto anche per la radicale riforma scolastica che promosse in qualità di ministro della Pubblica istruzione, la quale valorizzò gli studi umanistici e il merito intellettuale degli studenti, e la cui eredità è presente ancora oggi.