È ancora possibile battersi insieme per qualcosa, magari per l'ultima volta, e avere uno straccio di speranza? E se sì, per che cosa? Grazia, la narratrice... > Lire la suite
È ancora possibile battersi insieme per qualcosa, magari per l'ultima volta, e avere uno straccio di speranza? E se sì, per che cosa? Grazia, la narratrice autobiografica di questo romanzo, si fa prestare per un weekend una casa di campagna per sottoporre queste domande a nove suoi vecchi amici. Non si vedono da venticinque anni, dai tempi del Sessantotto. Grazia chiede a ognuno di raccontare gli amori, il lavoro, i successi e gli errori delle loro vite. Con una leggerezza piena di argute e divertite osservazioni, che spesso diventano lapidari aforismi, va così in scena il bilancio di una generazione, delle sue battaglie, la lunga catena dei fallimenti storici, culturali, politici della sinistra italiana.« Come facevo a prendere tanto sul serio la mia infelicità? », si chiede qualcuno. E qualcun altro chiosa: « Ci hanno portato via il nostro passato e anche le parole per raccontarlo ». Bisogna « prendere atto che è sparito, si è perso tutto quello in cui credevamo, che amavamo. Passioni, anzi fatiche d'amore, perdute per sempre! ». Giocando con i generi e le citazioni, Grazia Cherchi riscrive in chiave tutta italiana Il grande freddo di Kasdan, senza nostalgie né indulgenza, ma con l'intelligenza e l'umorismo di una Woody Allen nata in Emilia. Pubblicato la prima volta nel 1993, pochi mesi prima della discesa in campo di Silvio Berlusconi, Fatiche d'amore perdute è un rendiconto testamentario della fine del secolo, da leggere per poter dire, alla fine, senza rimpianti e quasi con un senso di liberazione, che « adesso il passato è veramente passato ».