La pedagogia contemporanea, in particolare italiana, non ha al suo attivo molte cose di cui gloriarsi. Eppure il problema dell'educazione, di cui la scuola... > Lire la suite
La pedagogia contemporanea, in particolare italiana, non ha al suo attivo molte cose di cui gloriarsi. Eppure il problema dell'educazione, di cui la scuola è solo uno degli aspetti, non è mai stato centrale come oggi, nella violenza di un'economia basata sulla più clamorosa ingiustizia sociale e nello sfacelo della politicaa suo servizio. Eppure, lontano dall'accademia e dalle istituzioni che dovrebbero tenerla in vita, la stessa pedagogia continua a sollecitare l'interesse di molti, più o meno preparati, che la praticano con passione e dedizione, e con un'intelligenzae un controllo teorico dettati dalla radicalità e ricchezza delle esperienze, dal confronto diretto con le realtà più brucianti, e in definitiva dal rispetto per la realtàe per le sue prime vittime, i bambinie gli adolescenti. Che vanno assistiti nella loro crescita oggi più che mai, a causa della fragilità in cui li lasciano scuola e famiglia, media e mercato, una realtà tesa a negarli o a piegarli. Giovanni Zoppoli (Napoli, 1972) è uno di questi educatori esterni alle istituzioni, animatore di iniziative ostinatamente fedeliai principi del "ben fare" (e del ben educare). I testi raccolti in questo volume figurano tra i più vivi e saggi stimolatidalle esperienze pedagogiche di questi anni. Liberi dai pregiudizi ideologici, dai pietismi di comodo, dalle ipocrisie corporative, aiutano a vedere e pensare chi ancora crede al valore primariodella pedagogia, dentro e fuorila scuola. Ha lavorato nei campi rom di Napoli e Bolzano e ha fondato a Scampia, nella periferia di Napoli, il centro territoriale Mammut. Ha curato i volumi collettivi Napoli comincia a Scampia (con Maurizio Braucci, L'ancora del Mediterraneo 2005) e Come partorire un Mammut (e non rimanere schiacciati sotto) (Marotta & Cafiero 2011) e ha scritto la fiaba rom Gago (illustrata da Maja Celìja, Orecchioacerbo 2007).