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Erwin Rommel, la "Volpe del Deserto" della Seconda guerra mondiale, comincia la sua ascesa ai vertici militari tedeschi già durante laGrande Guerra. In queste pagine, egli stesso ripercorre la sua partecipazione alla battaglia di Caporetto come tenente: "In questo libronon si spiega la catastrofe di Caporetto: innanzi tutto perché, per chi lo ha scritto, non si è trattato di una catastrofe, bensì di un successo, e poi perché a Rommel non interessavano le spiegazioni strategiche né la filosofia della guerra, come a uno storico o a un polemologo. Quel che, evidentemente, spinse Rommel a scrivere questo libro fu il desiderio di mantenere vivo il ricordo di una grande impresa: cristallizzarlo e, soprattutto, renderlo esemplare, farne uno strumento di emulazione e di apprendimento. Non bisogna mai dimenticareche, nel 1937, anno in cui vide la luce la prima edizione di "Fanteria all'attacco", Rommel insegnava alla scuola di guerra di Potsdam: lacattedrale del prussianesimo. Egli era una sorta di leggenda per i giovani ufficiali: a sua volta il più giovane premiato 'Pour le Mèrite' dellafanteria tedesca nella Grande Guerra. Va da sé che il suo libro fosse visto come una sorta di vangelo laico per i futuri eroi della Germania. In più Rommel non scrisse "Fanteria all'attacco" da reduce, visto che la sua carriera militare era tutt'altro che conclusa e, anzi, stava perdecollare clamorosamente: il libro non si colloca nella memorialistica reducistica, quanto piuttosto nella letteratura didattico-storica. È una sorta di "Baedeker" per le nuove generazioni di ufficiali: una specie di guida pratica alla conduzione di un reparto di fanteria".