Sullo sfondo, ma non tanto, vi è l'isola di sempre - degli ultimi cinquant'anni diciamo - centinaia di migliaia di ovini, caprini, suini e bovini. Ma... > Lire la suite
Sullo sfondo, ma non tanto, vi è l'isola di sempre - degli ultimi cinquant'anni diciamo - centinaia di migliaia di ovini, caprini, suini e bovini. Ma oggi ci sono i caseifici, grandi, piccoli o piccolissimi, salumifici che fanno le salsicce, i prosciutti e la mustela, i laboratori di "carne sarda". E altre vocazioni locali sono state riscoperte e sembrano espandersi. Le vocazioni femminili in primo luogo. [.] Le donne occupano le posizioni lavorative che ai maschi sembrano meno appetibili o che rispondono alle competenze acquisite a scuola e all'università. Ma si può pensare, anche, che in esse sia rimasto almeno un riflesso di un'antica aspirazione all'armonia e che il lavoro si "scelga" anche come risposta a questo riflesso. Le testimonianze più dolenti sul degrado di molti luoghi e sulla aggressività di tanti rapporti sono, in questo libro, soprattutto femminili.[Dall'introduzione di Anna Oppo]Giacomo Mameli (Perdasdefogu 1941). A Urbino ha studiato Giornalismo e Sociologia privilegiando i temi della comunicazione e del lavoro. Per la Cuec ha pubblicato La squadra (maggio 1999), Sardegna 2000, ecco le cifre (dicembre 2000), Sedici ore al giorno (2003) e Non avevo un soldo (2004). Giornalista, dirige il mensile "Sardinews", collabora a "La Nuova Sardegna".