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"Era una notte buia e tempestosa" quando Björn Larsson aprì per la prima volta l'edizione italiana di "Long John Silver": una cupa sera di novembre che, senza che nulla lo lasciasse sospettare, avrebbe segnato l'inizio di un nuovo capitolo avventuroso della sua vita. È con questo autoironico incipit che comincia "Diario di bordo di uno scrittore", la storia a lieto fine di un amore corrisposto con il nostro paese, la sua lingua, la sua cultura, la sua gente, pensato dall'autore come esclusivo omaggio ai lettori italiani. E un amore nato sui libri non può che essere raccontato attraverso i libri, ricostruendone la genesi, le tortuose strade seguite, i vicoli ciechi abbandonati, le idee, le emozioni che hanno dato vita a ogni personaggio e a ogni romanzo. Se "scrivere è un po' come navigare", Larsson invita a entrare nel cantiere navale della scrittura, in quel luogo segreto della mente e dell'anima dove si progetta la chiglia, si immagazzinano i materiali, si innalzano le vele dell'immaginazione, fino a quei lampi felici quando i capitoli sembrano scriversi da soli, la realtà si offre con l'energia simbolica dell'arte o la fantasia arriva a "immaginare il vero". Dalle semplici domande: perché si scrive, come nasce un romanzo, emerge a poco a poco quella più curiosa e personale: come si crea quel legame misterioso tra uno scrittore e i suoi lettori, profondo al punto di poter cambiare la vita dell'uno e a volte anche degli altri?