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Il tifoso del Napoli si costruisce sull'ironia e la sofferenza, sulle imprese impossibili e le occasioni perse. Non vi racconteremo quanto fosse bello (e in fondo facile) mangiare pane, friselle e calcio ai tempi di D10S e dei due scudetti. No, noi vi raccontiamo due fratelli che mangiano polvere in stadi così piccoli che se insulti il tuo capitano lui ti risponde. O un gruppo di amici che non si sono sentiti mai tanto innamorati della propria passione quanto in quella domenica in cui gli rinviarono la partita. Introdurrà questo viaggio Decibel Bellini: la voce del San Paolo che con la sua formazione urlata introduce ogni partita e che con i suoi gol ci fa sognare. Ci sarà la testimonianza di tifosi illustri come il campione di pugilato e argento olimpico Clemente Russo, gli attori Silvio Orlando e Francesco Brandi, lo scrittore Giuliano Compagno. Troverete il mister della rinascita, Edy Reja, il Capitano per eccellenza, Giuseppe Bruscolotti, il bomber che si è fatto amare con un solo gol, Cristiano Lucarelli. Con loro vi racconteremo di uno stadio che urla e trema, di un sogno, il Napoli attuale, che nasce da un incubo, il fallimento del 2004. E soprattutto, tenetevi forte, si parlerà di tifosi occasionali. Se attorno a te vincono il triplete, se conquistano scudetti anche se non sanno contarli, se vanno avanti in Coppa dopo averti battuto ai supplementari, non invidiarli. Anzi compatiscili. Perché non sapranno mai cosa vuol dire vincere a Napoli. Boris Sollazzo è un giornalista di cinema, di politica e di sport, a volte anche contemporaneamente. Lo potete sentire a Radio Rock e Radio 24, leggere su Blogo.it, Ilsole24ore.com, Ciak, Riders, Gli Altri, Acqua e Sapone. Ha cofondato ed è il codirettore del primo e unico mensile di cinema su iPad, The Cinema Show. Collabora con le Giornate degli Autori del Festival di Venezia ed è tra gli animatori de La valigia dell'attore, rassegna diretta da Giovanna Gravina Volonté. E molto altro ancora: lo definiscono free lance, ma è orgogliosamente precario. Ha scritto per molte testate (tra cui i quotidiani Liberazione e Pubblico e per il settimanale di satira Il Ruvido), molte delle quali hanno chiuso gloriosamente. Ma nessuno ha ancora dimostrato che tra le due cose ci sia un nesso. Questo è il suo terzo libro, dopo America Oggi (Alegre) e Una storia italiana. Troppo italiana con Fandango (nel confanetto del film Diaz). Inutile dire cosa sceglierebbe tra il Pulitzer per sé o la Champions League per il Napoli.