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« Vi siete separati, è vero. Ma perché devi odiarlo? Perché vuoi rovinargli la vita per il resto dei suoi giorni? » Quante volte abbiamo fatto a un'amica questa domanda. E quante volte abbiamo ricevuto risposte intrise di rabbia e delusione. Proprio da questa domanda, che investe il destino di migliaia di ex coppie, nasce la lettera che Angelo Mellone indirizza a una virtuale ex moglie. L'autore affronta così uno dei drammi meno noti della nostra società: i mariti/padri separati. Uomini di ogni età e ceto sociale che, da un giorno all'altro, si ritrovano senza casa, senza sicurezze, con pochi spiccioli in tasca, incapaci di fare i padri, privi di qualsiasi sostegno statale e costretti - chi può - ad appoggiarsi alla solidarietà di parenti e amici. Uomini che spesso perdono tutto e, martoriati da una legislazione sbilanciata a favore della donna, incalzati da giudici che fanno davvero poco per interpretarla in chiave più equa, vanno a ingrossare le fila dei nuovi poveri. Un esercito silenzioso e rassegnato. Eppure, un tempo, si sono amati. Eppure, questi uomini sono padri. Mellone parla a tutti loro, e soprattutto alle ex mogli racconta una storia che, nella forma più tenera possibile, invita a scoprire una nuova « grammatica degli affetti », a siglare un nuovo contratto tra ex marito ed ex moglie nell'epoca in cui le separazioni sono quasi la norma e non l'eccezione. Questa lettera è al tempo stesso un grido di dolore e un gesto di speranza: l'invito a una pacificazione tra i sessi, rivolta alle donne che (ancora) odiano i loro (ex) uomini.