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Cosa succede se al sistema di video-sorveglianza diamo la possibilità, in autonomia e senza una vera supervisione umana, di individuare il volto di una persona e associargli un'identità e un punteggio? L'utilizzo di queste tecnologie all'apparenza neutrali, indipendenti e più precise dell'uomo, risulta invece imperfetto e portatore di diversi pregiudizi. Nel 2017 la Polizia Italiana si è dotata del sistema S. A. R. I.(Sistema Automatico di Riconoscimento Immagini), di cui poco si conosce. Dopo tre anni, nel 2020, l'amministrazione comunale di Como ha installato il primo sistema di riconoscimento facciale in Italia. Attraverso le politiche securitarie, sorveglianza e tecnologie biometriche oliano un motore già ben avviato, portando nuovi strumenti a supporto di quel "potere disciplinare" di cui parlava il filosofo Foucault. In Black Box Laura Carrer racconta i casi attuali di utilizzo dei sistemi biometrici, inevitabilmente soggetti a bias algoritmici e riflette sul concetto di sicurezza urbana e di società che, attraverso queste applicazioni, si viene a configurare.